Molti psicologi nel corso degli ultimi anni hanno effettuato diverse ricerche per quanto riguarda il concetto di curiosità, come per esempio D. Berlyne e G. Lowenstein. Questa tendenza naturale dell’essere umano a ricercare nuove conoscenze, nuove esperienze, nuove competenze, nuovi punti di vista e nuove dimensioni di cambiamento si pone oggi sempre più come un’abilità fondamentale per chiunque voglia fare la differenza nel mondo del lavoro.

 

Quali sono alcuni dei principali vantaggi dell’essere curiosi?

 

Il primo vantaggio è che ci permette di apprendere di più e in modo più efficace. Infatti una ricerca effettuata nell’università della California afferma che tendiamo a ricordare meglio argomenti che suscitano la nostra curiosità e che, se riceviamo delle informazioni aggiuntive e anche non pertinenti mentre il nostro cervello è attivato da un atteggiamento curioso, tendiamo a ricordare molto bene anche quelle. Ne deriva quindi che essere curiosi ci mette in uno stato che favorisce qualsiasi tipo di apprendimento, informazione indispensabile per chiunque si occupi di formazione o di insegnamento.

 

Un secondo vantaggio è che ha effetti positivi sulla salute a lungo termine del cervello e sull’aspetto della neuroplasticità. Infatti, in un articolo molto interessante di D. Hammond e di D. Aklter, emerge che avere una mente curiosa mantiene il nostro cervello attivo e plastico, aspetti che contribuiscono a favorire il cambiamento e a facilitare la memorizzazione.

 

Un terzo vantaggio è che aumenta e migliora la creatività e di conseguenza il problem solving. Infatti, riuscire a guardare le cose da un punto di vista sempre nuovo ed esplorare con sincero interesse uno stimolo da ogni sua angolatura permette di trovare soluzioni dove a volte sembra non esserci via di scampo.

 

Questi sono solo alcuni dei benefici che un atteggiamento curioso può fornire. Vista la sua importanza, come possiamo mantenerlo, svilupparlo e solidificarlo in particolare in azienda?

 

Tre atteggiamenti rispondono in modo significativo a questa domanda e sono i seguenti: proporre compiti sfidanti e stimolanti, fornire opportunità di crescita personale e professionale (tramite per esempio formazione e/o coaching) e infine coinvolgere costantemente e attivamente la persona nella risoluzione dei problemi (lasciando progressivamente sempre più autonomia e fornendo feedback precisi e chiari). Inserendo alcune o tutte queste abitudini nelle nostre aziende, la curiosità e i benefici che da essa ne derivano possono diventare una costante e un fattore determinante di successo.